Alla (ri)scoperta dello squash, uno sport sottovalutato

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Facile, veloce e incredibilmente allenante: alla (ri)scoperta dello squash, uno sport sottovalutato.

Ha quasi 200 anni e una storia di tutto rispetto, eppure lo squash non ha mai veramente fatto breccia nel cuore degli italiani. Noi di PrenotaUnCampo abbiamo parlato di questo e di altri aspetti con Antonella di Asd Squash Roma- Lanciani, società con sede nello storico e suggestivo Club Lanciani.
La prima domanda sorge spontanea: cosa rende lo squash uno sport di nicchia nonostante sia tanto impegnativo e spettacolare? Colpa anche della scarsa visibilità di cui gode sui media – anche per limiti congeniti – ma soprattutto dell’immaginario comune che non lo ha mai ritenuto un vero e proprio sport. Niente di più sbagliato: lo squash è uno sport vero e anzi, risulta essere più duro di molti altre discipline “più quotate”, come ci spiega Antonella: “Considera che la rivista Forbes l’ha messo al primo posto come sport più salutare e come sport anti stress per eccellenza: 40 minuti di gioco (la durata di una partita) equivalgono a 2 ore di tennis o di altri sport, si perdono anche due litri di liquidi nel corso di una partita”.

Squash: minima spesa…massima resa!

Uno sport allenante ma anche veloce e ideale per chi ha poco tempo a disposizione per fare attività fisica: “Lo squash ti prende un’ora considerando anche la doccia, un tempo assolutamente ragionevole considerando quanto è allenante per il fisico e quanto, in quest’epoca, il tempo a disposizione per le attività sportive scarseggi. E’ molto veloce, non ci sono pause, in quei 40 minuti non ti fermi mai se non per un minuto tra un game ed il successivo”.

Quando si parla di squash, si parla di uno sport dal rapido apprendimento (almeno nelle sue basi) ma che impone buoni riflessi e soprattutto il rispetto di poche, semplici regole di sicurezza per evitare spiacevoli inconvenienti: “La pallina viaggia molto velocemente. E’ fatta di gomma e all’interno è cava, dunque dopo averla colpita con forza acquista velocità anche dopo l’impatto contro il muro. Stiamo parlando di velocità che arrivano fino ai 230 Km/h. Certamente è pericoloso essere colpiti dalla pallina, soprattutto per gli occhi. Si gioca uno accanto all’altro e in un campo molto piccolo (70 mq), quindi la prima regola in materia di sicurezza per un giocatore di squash è di non girarsi mai a controllare il colpo dell’avversario, che viceversa deve evitare di colpire la palla se l’avversario si trova in traiettoria e si gira per controllare”.

Spazio ristretto, grandi velocità, assenza pressocchè totale di pause: lo squash è uno sport che oltre al fisico allena anche la mente: “La reattività è la chiave: essendoci poco spazio bisogna dare modo all’avversario di giocare il suo colpo senza intralciarlo. E’ come una partita a scacchi, ma in velocità, il cervello deve ragionare velocemente perchè c’è poco tempo per decidere come giocare il proprio colpo”.

Le incredibili origini dello squash

Nonostante oggi venga erroneamente considerato uno sport “da ricchi”, è bene ricordare le umili origini dello squash, una disciplina nata quasi 200 anni fa: “E’ nato nelle carceri inglesi intorno al 1830 e non è un caso che oggi sia più popolare nei paesi anglosassoni e nelle ex colonie britanniche. All’inizio era uno sport “per galeotti” che veniva giocato con una palla fatta di stracci e oggetti vari, se non persino il braccio, come racchette rudimentali. Solo con il tempo si è evoluto diventando uno sport da racchetta”.

Perchè dunque, pur avendo un background popolare e una storia affascinante, è così poco pubblicizzato?: “Sorvolando sul problema degli scarsi investimenti in Italia negli sport che non siano il calcio, il motivo è molto semplice: non è uno sport telegenico. Se non sei un giocatore di squash, a livello visivo fatichi a vedere la pallina e di conseguenza a capire il gioco, nonostante oggi la tecnologia consenta di avere immagini molto più nitide e dettagliate rispetto al passato”.

Qui entrano in gioco i problemi “congeniti” citati in apertura: “Senza considerare il fatto che solo da pochi anni è presente un vetro alle spalle del campo, prima era tutto in muratura e quindi per guardare una partita dovevi posizionarti sopra il campo e avere dunque una visuale dall’alto. Anche fotografare è molto difficile, per fare delle foto degne di nota bisogna ritrarre i giocatori mentre palleggiano a basse velocità, quindi in situazioni non reali, che non rispecchiano la realtà di una partita”.

Squash: il problema visibilità e la speranza Parigi

A minare la visibilità dello squash contribuisce senza dubbio la sua assenza dall’elenco delle discipline olimpiche. Tuttavia nel 2018 lo squash sarà presente come sport dimostrativo ai Giochi Olimpici Giovanili che si terranno a Buenos Aires, in Argentina. Una vera e propria svolta: “La speranza è per le olimpiadi di Parigi 2024, visto che la Francia ha un giocatore fortissimo che è stato anche campione del mondo. I francesi giocano tanto a squash quindi sicuramente cercheranno di spingere affinchè venga inserito tra gli sport olimpici entro il 2024”.

Una speranza che potrebbe dare nuova linfa all’intero movimento in Italia: “Una vetrina del genere darebbe grande visibilità a tutto il movimento. Ti faccio un esempio: in Egitto, un paese che ha dato i natali a diversi campioni di squash, è stato girato uno spot meraviglioso che univa lo squash alla danza del ventre e ad altri sport. Guardando simili immagini ti viene voglia di provare”.

Quello della scarsa visibilità è in assoluto il problema più grande per tutto il movimento: “Ogni tanto qualcuno mi chiede ‘Ma si gioca in 2?’ Pensano che sia come giocare a battimuro, ma io stessa, se non facesse parte del mio lavoro, probabilmente non lo conoscerei e non sarei così appassionata. Credo che qui a Roma, una città importante per questo sport, l’80%-90% delle persone non sappia cosa sia lo squash. Il problema è soltanto nella visibilità: non lo conosci, ma quando provi a giocarci poi non smetti più”.

 

Il discorso economico e l’impegno di Asd Squash Roma

Una problematica che si riflette inevitabilmente su chi nello squash dovrebbe investire il proprio denaro: “Chiaramente non è facile nemmeno investirci per chi ha a disposizione l’eventuale spazio per un club di squash. Considerando che servono 70 mq di campo più 5,5 metri di altezza, uno tende sempre a pensare che in uno spazio equivalente ci può mettere una sala per fare yoga, piuttosto che delle cyclette o degli altri attrezzi da palestra, ecc. E’ difficile dal punto di vista economico, non è un caso che qui a Roma abbiano chiuso tutti i club, fatta eccezione per il nostro e per un altro”.

Eppure lo squash un proprio piccolo “boom” lo ha vissuto: “Negli anni ’90 andava anche di moda, ci giocavano diversi personaggi noti. Persino grandi del tennis come Federer, Agassi e Borg hanno tratto benefici dalla velocità nettamente superiore dello squash.
In questa situazione complicata, l’Asd Squash Roma si distingue per il proprio impegno e per la propria storia: “Noi da sempre facciamo parte della federazione di squash, siamo club federale e scuola regionale. Il club Lanciani è un club storico che esiste dal 1972 (primo club di Roma e del Lazio, terzo d’Italia). Tutti i giocatori migliori di Roma e del Lazio sono passati da qui. Per promuovere lo squash facciamo perlopiù passaparola e tanta attività interna come tornei sociali, oltre a campionati e tornei che vedono impegnati squadre e giocatori che si sono formati qui”.

Asd Squash Roma: tornei e leghe all’inglese

Ma come funziona un torneo di squash? “I tornei sono massacranti dal punto di vista fisico: solitamente durano una giornata, che tradotto significa 4-5 partite all’interno di una sola giornata che sono molto probanti dal punto di vista fisico”.

Nonostante grazie a PrenotaUnCampo trovare un centro sportivo in cui giocare a squash sia semplicissimo, la scarsa visibilità di questo sport fa sì che gli appassionati fatichino ad organizzare partite perchè incapaci di trovare un partner ideale: “Noi facciamo anche ricerca del partner: in molti dicono ‘Vorrei giocare ma non trovo nessuno che gioca con me’, quindi forniamo questo servizio e troviamo l’avversario in base al tuo livello di gioco e all’orario in cui vuoi giocare. In questo modo non ti scoraggi se anche non hai un compagno fisso con cui giocare”.

Uno sport che ha i suoi natali in terra inglese non può che offrire interessanti spunti in tal senso: “Organizziamo anche delle leghe interne che seguono il modello inglese: in pratica sono gruppi di 5 giocatori dello stesso livello che si affrontano tra di loro e alla fine di ogni mese 2 salgono nella ‘divisione’ superiore, uno resta nella medesima e due scendono in quella inferiore. In questo modo puoi valutare costantemente le tue prestazioni e il tuo livello di gioco, oltre ovviamente a conoscere continuamente persone nuove e a misurarti con avversari differenti”.

Uno sport per tutti

Uno degli aspetti che dona maggiore forza allo squash è senza alcun dubbio la sua trasversalità: piace agli uomini, ma anche a donne e bambini: “Ultimamente c’è grande presenza femminile. Non è un aspetto da sottovalutare, visto che le donne mediamente sono più pigre quando si tratta di fare sport. Sarà perchè allena molto i glutei, per la forte componente ludica o per il rapporto tra tempo di gioco e l’intensità dello sforzo fisico molto elevato, ma resta il fatto che lo squash è molto apprezzato anche dalle donne. Qui da noi abbiamo giocatrici che sono tra le migliori sia a livello regionale che nazionale”.

I bambini lo apprezzano invece perchè impararne i fondamentali è molto semplice: “Lo squash è inoltre di facile apprendimento. Prendiamo ad esempio il tennis: per imparare dei colpi di base e acquisire le conoscenze che ti consentano di giocare dignitosamente una partita ci vogliono tante lezioni. Lo squash, anche favorito dalla presenza delle sponde e quindi dal fatto che la palla è costantemente in gioco, di fatto si può giocare fin da subito”.

Questo non significa ovviamente che diventare un campionissimo sia impresa facile: “Chiaramente poi se vuoi diventare forte c’è da lavorare e per certi aspetti è anche più impegnativo del tennis, visto che necessita di una preparazione fisica di alto livello e che stressa molto l’apparato cardio-circolatorio e le articolazioni. Piace molto anche ai bambini perchè fin da subito si sentono in grado di giocare e si divertono”.

Ricapitolando: facile, veloce, altamente allenante. Qualcuno provi a trovare un solo motivo per non provare lo squash! E con PrenotaUnCampo, per prenotare un campo al Club Lanciani o in altri centri sportivi, ovviamente, bastano pochi click:

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